La coscienza ci rende tutti codardi.
Non c'è mai stato un filosofo che potesse sopportare pazientemente il mal di denti.
La disgrazia ci fa conoscere strani compagni di letto.
La morte, questo fiero sergente, è severa nella sua custodia.
Non veda l'occhio ciò che fa la mano; ma accada ciò che l'occhio, una volta compiuto, temerà di guardare.
L'amore non vede con gli occhi, ma con la mente.
Anche i codardi trovano per difendersi il coraggio della disperazione.
Il vile anonimo è quello che scaglia il sasso e nasconde la mano. Noi siamo tutti un po' anonimi, non foss'altro perché nascondiamo il vero nome nostro e lo strozzino si fa chiamar banchiere, il letterato si fa chiamar poeta e il demagogo si fa chiamare padre della patria.
È un vigliacco l'uomo!... Ed è un vigliacco chi per questo lo chiama vigliacco.
È debole e vile chi si dà la morte per paura del dolore, e insensato chi vive per soffrire.
Non sempre di Codardia compagna è la Paura.
Peccare di silenzio, quando bisognerebbe protestare, fa di un uomo un codardo.
Che abiezione, che schifo, che senso di vomito sentirci crescere dentro quella stessa viltà e quell'impotenza che abbiamo disprezzato negli altri.
Il buon Dio non rende liberi i popoli vili.
Gli individui, come le nazioni, hanno virtù diverse e identici difetti. Nostro patrimonio comune è la viltà.
Sapere ciò che è giusto e non farlo è la peggiore vigliaccheria.