Leggo per legittima difesa.
È bello essere poveri anche perché quando ti avvicini ai settant'anni i tuoi figli non cercano di dichiararti non sano di mente per prendere il controllo delle tue proprietà.
Io ho un pessimo ricordo dell'università. Successe che fui sbattuto fuori il primo anno perché copiavo agli scritti di metafisica: sapete, stavo sbirciando nell'anima del compagno accanto a me.
Sono sempre ossessionato dal pensiero della morte: v'è una vita nell'aldilà? E se c'è, mi potranno cambiare un biglietto da cinquanta?
Una relazione credo sia come uno squalo sai, che deve costantemente andare avanti o muore. Credo che quello sia restato a noi sia uno squalo morto.
Non sono narcisista né egoista; se fossi vissuto nell'antica Grecia non sarei stato Narciso. - E chi saresti stato? - Giove.
La lettura è il centro creativo della vita di uno scrittore.
Non leggete, come fanno i bambini, per divertirvi, o, come gli ambiziosi, per istruirvi. Leggete per vivere.
Non serve rimpiangere quel che non si è letto, o inseguirlo insensatamente e con immane fatica: quello che non si è letto non era stato scritto per noi.
Rileggere. Si usa per i classici che si leggono la prima volta.
La lettura ci insegna ad accrescere il valore della vita, valore che non abbiamo saputo apprezzare e della cui grandezza solo grazie al libro ci rendiamo conto.
Non dobbiamo leggere per dimenticare noi stessi e la nostra vita quotidiana, ma al contrario, per impossessarci nuovamente, con mano ferma, con maggiore consapevolezza e maturità, della nostra vita.
La lettura è una grande "fuga dalla realtà". Uno straordinario modo di frequentare mondi diverti possibili. E un modo per avere informazioni non strumentalizzate.
Quando leggi, cerca sempre di stare nella migliore compagnia.
L'atto di lettura è autentico soltanto quando conosciamo integralmente un autore, quando esaminiamo con sollecitudine particolare, anche se un po' irritata, i suoi "fallimenti" per elaborare una nostra visione personale della sua presenza.
Coloro che leggono molti libri sono come i masticatori d'hashish: vivono in un sogno, e il veleno sottile che penetra nei loro cervelli li rende insensibili al mondo reale. Verrà il giorno che saremo tutti bibliotecari, e allora sarà finita per noi.