La misura dell'intelligenza è la capacità di cambiare.
La prima necessità dell'uomo è il superfluo.
Non cerco di immaginare un Dio; mi basta guardare con stupore e ammirazione la struttura del mondo, per quanto essa si lascia cogliere dai nostri sensi inadeguati.
Nessun volume di sperimentazione può mai provarmi di avere ragione, un singolo esperimento può provarmi di aver torto.
L'idea di un Dio personale è un concetto antropologico che non sono capace di prendere seriamente.
Il buon senso è l'insieme di pregiudizi acquisiti fino ai diciott'anni.
Facile essere intelligenti se lo si è; ma quando ci riesce un cretino... beh! ci vuole del genio.
Nessuno è separato da nessuno. Nessuno lotta per se stesso. Tutto è uno. L'angoscia e il dolore, il piacere e la morte non sono nient'altro che un processo per esistere. La lotta rivoluzionaria in questo processo è una porta aperta all'intelligenza.
L'intelligenza è invisibile per l'uomo che non ne possiede.
Per riconoscere che non siamo intelligenti, bisognerebbe esserlo.
Una buona testa e un buon cuore sono sempre una combinazione formidabile. Ma quando ci aggiungi una lingua o una penna colta, allora hai davvero qualcosa di speciale.
Il pessimismo dell'intelligenza va combattuto da un ottimismo della volontà.
Come faccio ad essere sicuro della mia intelligenza se tutti gli imbecilli che conosco sono sicuri della loro.
Quando uno pensa molto e intelligentemente, non solo il suo volto, ma anche il suo corpo acquista un aspetto intelligente.
All'intelligenza il buon Dio ha posto dei limiti, alla stupidità no.
La somma dell'intelligenza sulla Terra è costante; la popolazione è in aumento.