Il mare unisce i paesi che separa.
Ad ogni parola muore una reputazione.
Chi è impegnato in una controversia si preoccupa della verità quanto il cacciatore si preoccupa della lepre.
Ama chi offende, ma detesta l'offesa.
Non ho mai conosciuto in vita un uomo che non sapesse sopportare le sventure altrui con perfetta rassegnazione cristiana.
Bisogna insegnare agli uomini avendo l'aria di non insegnare affatto, proponendo loro cose che non sanno come se le avessero soltanto dimenticate.
Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare.
Se lo guardi non te ne accorgi: di quanto rumore faccia. Ma nel buio... Tutto quell'infinito diventa solo fragore, muro di suono, urlo assillante e cieco. Non lo spegni, il mare, quando brucia nella notte.
Il mare non è mai stato amico dell'uomo. Tutt'al più è stato complice della sua irrequietezza.
Al mare si sta fermi; movenze del gabbiano che affronta il vento. Vita sospesa.
Sotto il punto volteggiante della poiana avanza rotolando il mare fragoroso nella luce, mastica ciecamente il suo morso di alga e soffia schiuma sulla riva.
Chi va al mare torna impietrito.
Mi feci tante domande che andai a vivere sulla riva del mare e gettai in acqua le risposte per non litigare con nessuno.
Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito.
C'è il mare, d'accordo, ma il mare è poi sempre quello, sempre uguale, mare fino all'orizzonte, se va bene ci passa una nave, non è che sia poi la fine del mondo.