È un dono di Dio, la sessualità.— Don Andrea Gallo
È un dono di Dio, la sessualità.
Al decalogo di Mosè andrebbe aggiunto un undicesimo comandamento che reciterebbe così: «Onora la madre terra». Noi ogni giorno assistiamo al suo scempio e a quella ingiustizia colossale per cui le sue risorse sono nelle mani di pochi avidi.
Questa è la storia di un vinto, ce ne sono tanti, purtroppo, che sognano una casa, una famiglia, invece trovano l'abbandono, la disperazione. Non sono loro le vittime, sono io, siamo noi, perché non ci rendiamo conto dell'indifferenza.
Il potere e i poteri sono contro Dio perché temono coloro che pensano.
Io vedo che, quando allargo le braccia, i muri cadono. Accoglienza vuol dire costruire dei ponti e non dei muri.
Facendone un peccato il Cristianesimo ha fatto molto per il sesso.
Gli uomini se non hanno fatto sesso per tre giorni si prendono chiunque capiti loro a tiro, anche una donna che non piace sono disposti a coprirla con un cuscino: per le donne non è così. La donna sceglie, è esigente.
Il barometro del mio amore è il sesso: non posso concepire un giorno senza farlo.
Posso rinunciare al sesso, ma non al perizoma.
L'erotismo è ragionieristico, il sesso è trigonometrico e si applica solo per numeretti infiniti.
Oggi la libertà sessuale della maggioranza è in realtà una convenzione, un obbligo, un dovere sociale, un'ansia sociale, una caratteristica irrinunciabile della qualità di vita del consumatore.
Quando il sesso era misterioso aveva un certo fascino che ora non ha più. I nostri antenati amavano donne che portavano sei paia di mutande e destavano passioni che oggi non suscitano più.
Il sesso a novant'anni è come giocare a biliardo con una corda.
A letto, meglio una donna che finge bene di una che fa sul serio male.
L'amore è la risposta, ma mentre aspettate la risposta, il sesso può suggerire delle ottime domande.