Non sto cercando me stesso. Sono in New Mexico, non in India.
La solitudine è il teatro dei risentimenti.
Per dire di sì gli indiani scuotono la testa esattamente come noi quando vogliamo dire di no. È questa una delle più nette differenze che dividono l'Oriente dall'Occidente.
L'India ha bisogno di recuperare valori morali prima di fare sogni da superpotenza.
La vera patria delle apocalissi e delle escatologie è l'India. Si sono inventati più paradisi e inferni qui, che in tutto il resto del mondo, e la loro influenza è visibile in tutte le teologie moderne.
In India, e in molti altri luoghi del mondo, vi sono milioni di poveri, ed essi condividono la Croce di Cristo perché Cristo sulla Croce ha preso su di sé tutte le croci del mondo.
Sono così assetato di libertà che mi sentirei a disagio anche se mi venisse vietato l'accesso ad un qualsiasi angolo sperduto dell'India.
È l'India che ci ha dato l'ingegnoso metodo di esprimere tutti i numeri per mezzo di dieci simboli.
L'India ha due milioni di dei, e li adora tutti. Nella religione le altre nazioni sono delle miserabili; l'India è l'unica milionaria.
L'India assale, prende alla gola, allo stomaco. L'unica cosa che non permette è di restarle indifferente.
Nagarjuna fu uno dei più grandi Maestri che l'India abbia mai prodotto, del calibro del Buddha, Mahavira e Krishna. E Nagarjuna era un genio raro. A livello intellettuale non esiste paragone possibile con nessun altro al mondo. Capita raramente un intelletto così acuto e penetrante.