Le decisioni burocratiche sono timide come le ragazzine.— Franz Kafka
Le decisioni burocratiche sono timide come le ragazzine.
Questa vita appare insopportabile, un'altra irraggiungibile. Non ci si vergogna più di voler morire; si chiede di essere portati dalla vecchia cella, che si odia, in una nuova, che presto si imparerà a odiare.
Quando io dico una cosa, essa perde subito e definitivamente la sua importanza; quando la scrivo la perde lo stesso, ma talvolta ne acquista una nuova.
La sofferenza è l'elemento positivo di questo mondo, è anzi l'unico legame fra questo mondo e il positivo.
Non è necessario che tu esca di casa. Rimani al tuo tavolo e ascolta. Non ascoltare neppure, aspetta soltanto. Non aspettare neppure, resta in perfetto silenzio e solitudine. Il mondo ti si offrirà per essere smascherato, non ne può fare a meno, estasiato si torcerà davanti a te.
A ogni uomo, in questo mondo, vengono proposte due domande di fede: la prima, circa la credibilità di questa vita, la seconda circa la credibilità del suo fine.
La timidezza non è che la conseguenza di un senso di inferiorità. Se potessi convincermi che le mie maniere sono del tutto disinvolte e garbate, non sarei timido.
Ero un bambino calmo e timido. Ero molto più felice quando giocavo con i miei giocattoli da solo di quando stavo assieme agli altri.
La pazienza mette assieme il coraggio morale e la timidezza fisica.
Io sono timida. Una timida estroversa.
La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.
Per i timidi e per chi esita, tutto è impossibile, perché a loro sembra così.
Ho l'impressione che la gente sia frustrata per il fatto che non sono un tipo impegnato. La verità è che sono timido.
Per fare la modella devi avere la mentalità aperta e non essere timida. Devi imparare a parlare e sorridere alla gente.
La timidezza è un difetto che è rischioso rimproverare alle persone che vogliamo correggere.
Il mio male peggiore è di non riuscire mai a dimenticare la mia presenza metafisica nella vita. Di qui, la timidezza trascendentale che terrorizza tutti i miei gesti, che toglie a tutte le mie frasi la linfa della semplicità, dell'emozione diretta.