Il libro di Benedetto XVI .— Gianfranco Ravasi
Il libro di Benedetto XVI .
L'estetica è funzionale all'annunzio, bellezza e verità s'intrecciano, l'armonia è un altro volto del bene.
è simile a una nebbia difficile da diradare, non conosce ansietà o domande, si nutre di stereotipi e banalità, accontentandosi di vivere in superficie, sfiorando i problemi fondamentali.
L'armonia è un altro volto del bene.
L'amore è un canale di conoscenza diverso da quello della ragione e per questo in esso non si deve "dimostrare" tutto, "spiegare" ogni cosa.
La separazione è più durevole esperienza che lo stare assieme.
Nella materia, non vi sono dèi. Nell'equilibrio, non vi sono dèi. Gli dèi sono nati dalla separazione delle forze e morranno alla loro riunione.
L'Inghilterra e l'America sono due nazioni separate dalla medesima lingua.
In ogni separazione c'è un'immagine della morte.
La morte, come mi sembra, altro non è che la separazione di due cose, l'anima e il corpo, l'una dall'altra.
L'amore corre ad incontrar l'amore con la gioia con cui gli scolaretti fuggono dai loro libri; ma l'amore che deve separarsi dall'amore ha il volto triste degli scolaretti quando tornano a scuola.
Chi se non un disperato o un folle, sarebbe disposto a separarsi alla leggera dalla ragione e a spregiare le arti e le scienze negando a quella la possibilità di raggiungere la certezza?
La vita è fatta di incontri e di separazioni. Le persone entrano nella tua vita tutti i giorni, tu gli dici buongiorno e buonasera, alcune restano qualche minuto, alcune per qualche mese, qualcuna per un anno, altre per sempre. A prescindere dalla persona, ci si incontra e ci si separa.
La poesia è distacco, lontananza, assenza, separatezza, malattia, delirio, suono, e soprattutto, urgenza, vita, sofferenza. È l'abisso che scinde orale e scritto.
La separazione e la morte sono atroci. Però un amore che non sembri l'ultimo della vita, per una donna non è che un inutile passatempo.