L'amore che ti consuma di più è quello mai consumato.

Guido Rojetti
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La nostra interpretazione

Esiste una forma di sentimento che logora in modo particolarmente intenso: quello che non ha mai avuto la possibilità di compiersi davvero. Quando il desiderio rimane sospeso, senza sbocco e senza storia, la mente continua a lavorare su ciò che avrebbe potuto essere. Le aspettative crescono, si perfezionano, si abbelliscono, fino a trasformare l’altro e il rapporto in un ideale irraggiungibile. Ciò che non accade non delude mai del tutto, perché non viene messo alla prova dalla realtà, e proprio per questo diventa ancora più potente, insistente, totalizzante. Questo tipo di amore abita il territorio del rimpianto e delle occasioni mancate. Non offre ricordi concreti, ma fantasie e possibilità infinite, che ronzano nella mente e nel cuore, consumando energie emotive. È un fuoco che non si spegne perché non è mai stato davvero acceso: arde nel pensiero, nell’immaginazione, nella nostalgia per qualcosa che non ha avuto un inizio reale. Più manca una conclusione, più il sentimento resta aperto, e in questa apertura indefinita trova la sua forza di attrito interiore. Ci si affeziona a un sogno, a una proiezione, e liberarsene diventa difficile, quasi doloroso, perché significherebbe ammettere che quel mondo possibile era solo una costruzione interiore. In questo modo, l’assenza diventa più invasiva della presenza, e ciò che non è mai stato riesce a segnare la vita più di ciò che si è davvero vissuto.

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