Più un uomo conosce, più perdona.
Spesso ci capita di scoprire la presenza di Dio nella nostra vita solo dopo, quando guardiamo indietro.
Sono sempre stata profondamente consapevole della mia mortalità.
La paura e le bugie intensificano la consapevolezza.
Io penso che, in un modo o nell'altro, arriviamo a conoscere chi realmente siamo e poi viviamo con quella consapevolezza.
L'ispirazione potrebbe essere una forma di super-consapevolezza, o forse di sub-consapevolezza - non saprei. Ma sono sicuro che è l'antitesi dell'auto-consapevolezza.
Di notte steso sul letto ascolto i battiti e so che non sono miei, ma i suoi, cuciti nel mio petto. Così sento di essere in due. Quello che vedo, assaggio, odoro, tocco, ascolto, glielo racconto.
Per superare una difficoltà non basta identificarla chiaramente. Una presa di coscienza che non sia seguita da un'azione è del tutto sterile.
Quando una disgrazia è accaduta e non si può più mutare, non ci si dovrebbe permettere neanche il pensiero che le cose potevano andare diversamente o addirittura essere evitate: esso infatti aumenta il dolore fino a renderlo intollerabile.
La sofferenza che si cagiona è l'ultima di cui ci si accorge.
Quasi tutte le cose veramente importanti della nostra vita avvengono in nostra assenza.