Amico mio tu e io rimarremo estranei alla vita, e l'uno all'altro, e ognuno a se stesso,fino al giorno in cui tu parlerai e io ascolterò,ritenendo che la tua voce sia la mia voce;e quando starò zitto dinanzi a te pensando di star ritto dinanzi a uno specchio.
— Khalil Gibran
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La nostra interpretazione
Quest'aforsima esplora la profondità della comprensione reciproca all'interno di un rapporto d'amicitia. Esprime l'idea che una vera amicizia non si basa su interazioni superficiali o casuali, ma piuttosto sulla capacità di entrare in sintonia con il cuore e le intenzioni dell'altro. La frase suggerisce che un legame autentico tra due persone è quello nel quale ciascuno sente la voce dell'amico come se fosse propria, indicando una fusione delle identità per raggiungere l'unisono spirituale e emotivo. Inoltre, il testo rileva che un amico vero non solo ascolta con attenzione le parole altrui ma anche comprende i silenzi del compagno di vita, considerando questi momenti come uno specchio della propria anima.