Luciano De Crescenzo offre una riflessione ironica e profonda sul ciclo della vita, attraverso la sua aforisma. La frase inizia delineando un'idea di giovinezza piena di ambizione e desiderio di trasformare il mondo intorno. Tuttavia, con l'avanzamento dell’età, questo entusiasmo si placa sostituito da una fase riflessiva che porta a valutazioni più sagge ma anche un po' meno dinamiche rispetto all'inizio della vita. Infine, De Crescenzo introduce il concetto di televisione come simbolo dell’attività passiva e confortevole tipica del terzo atto della nostra esistenza. Questo aforisma non solo ironizza su questa progressione ma anche invita a riflettere sul modo in cui scegliamo di vivere ogni fase. La sua conclusione, che si finisce per cambiare i canali televisivi anziché cercare un’alternativa più coinvolgente o significativa alla vita sedentaria dell'età avanzata, è una provocazione all’autocritica e allo sforzo continuo di trovare nuove forme di stimolante partecipazione nella società.