Politica è dire sempre «noi» e mai «io».— Marco Travaglio
Politica è dire sempre «noi» e mai «io».
Antipolitica è chiamare i caduti sul lavoro «morti bianche» per far sembrare meno morti i morti e meno assassini gli assassini.
Antipolitica è celebrare Falcone e Borsellino e poi trattare con la mafia o chiedere i voti alla mafia o stringere la mano ad Andreotti, a Cosentino, a Cuffaro, a Lombardo, a Dell'Utri.
Due o tre clic al giorno levano il regime di torno.
All'estero quando un politico è coinvolto in un reato, sparisce lui. In Italia sparisce il reato, il processo e a volte anche il magistrato.
Antipolitica è fondare un partito per non finire in galera e non fallire per debiti.
Il desiderio di ottenere i vantaggi e sfuggire agli oneri della società politica, è una fonte di discordia perpetua e inestinguibile.
La politica ha le sue ragioni che la ragione non conosce.
1. Per avere successo in politica è spesso necessario elevarsi al di sopra dei propri princìpi. 2. La maniera migliore per avere successo in politica è trovare una folla che sta andando da qualche parte e mettercisi davanti.
La politica non è mai una lotta tra il bene e il male, ma tra il preferibile e il detestabile.
Non è serio, in politica, contare sulle convinzioni, la devozione e le belle qualità dell'anima.
La primissima regola della vita politica è: non permettere mai a un presidente di mettersi al posto di guida di una macchina. Mai. Noi non siamo abituati a fare nulla per conto nostro, figuriamoci guidare.
In mancanza di qualsiasi principio-guida, la politica diviene una lotta aperta per il potere.
Il fiume della politica scorre nell'alveo dell'etica.
La politica è dire di voler fare qualcosa mentre se ne pensa un'altra e poi non fare nessuna delle due.
Ogni partito cerca di presentare come non importante ciò che di importante è cresciuto fuori di sé; ma se non gli riesce, lo avversa con tanta più asprezza, quanto più è eccellente.