L'amore è per definizione un dono non meritato; anzi, l'essere amati senza merito è la prova del vero amore [...] Quanto è più bello sentirsi dire: sono pazza di te sebbene tu non sia né intelligente né onesto, sebbene tu sia bugiardo, egoista e mascalzone!
— Milan Kundera
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La nostra interpretazione
L’amore viene presentato come qualcosa che sfugge alla logica del merito, dello scambio e del calcolo. Non nasce perché l’altro possiede determinate qualità morali o intellettuali, né perché “se lo è guadagnato” con il proprio comportamento. È un movimento gratuito verso l’altro, che continua a esistere anche quando emergono difetti, contraddizioni e lati oscuri. In questa prospettiva, il valore autentico del sentimento non si misura sull’eccellenza dell’amato, ma sulla capacità di chi ama di restare, pur conoscendo limiti e mancanze. L’enfasi sugli aspetti negativi della persona non mira a esaltare il cinismo o la mancanza di scrupoli, ma a sottolineare che non si tratta di un’idealizzazione ingenua: amare davvero significa vedere l’altro intero, senza veli e senza illusioni, e continuare ad essere coinvolti. Proprio perché non fondato su un curriculum di virtù, questo amore diventa più libero e radicale, ma anche più esigente; chiede di accettare la vulnerabilità di legarsi a qualcuno che non potrà mai essere all’altezza di un ideale perfetto. In questo sta la sua forza e, insieme, il suo rischio: un sentimento che non si giustifica con criteri di giustizia o convenienza, ma si afferma come scelta e dedizione irrazionale, intensa, umanissima.