L'istruzione, questa ragnatela del cervello, profana, erronea e vana.
Non sempre il silenzio significa tatto: è il tatto ch'è d'oro, non il silenzio.
Il mondo è come un tavolo da gioco predisposto in modo tale che tutti quelli che entrano nel casinò devono giocare e tutti a lungo andare devono perdere, chi più chi meno, anche se di quando in quando possono realizzare una vincita provvisoria.
Il corpo umano non è che una tenaglia posta sopra un mantice e una casseruola, il tutto fissato su due trampoli.
A ciascuno di noi il fato ha destinato una donna; se riusciamo a sfuggirle, siamo salvi.
Siamo come le palle da biliardo in una partita tra giocatori inesperti, spinte continuamente in prossimità della buca senza mai finirci se non per caso.
Lo scopo supremo dell'istruzione non è l'erudizione, ma l'azione.
Il sapone e l'istruzione non hanno effetti rapidi come un massacro, ma a lungo andare sono più micidiali.
Senza istruzione corriamo il rischio di prendere sul serio le persone istruite.
L'istruzione troppe volte è in contrasto col senso comune; un surrogato del vero sapere.
Istruzione: Quella dote che spiega al saggio e nasconde allo stolto i motivi della loro incapacità di capire.
La conoscenza di ciò che è davanti o intorno a noi, che fa appello alla nostra esperienza, alle nostre passioni o ai nostri progetti, al cuore e agli affari degli uomini, non è istruzione.
L'istruzione è lo sviluppo dello spirito soggettivo nel tempo, essa scopre nel soggetto leggi sempre più proprie dei settori autonomi dello spirito obiettivo e perciò la pedagogia costituisce quasi l'embriologia dello spirito.
L'istruzione forzosa spegne nella maggioranza delle persone la voglia di imparare per proprio conto.
La differenza fra lo scrittore istruito e lo studente istruito consiste in questo, che il primo trascrive ciò che il secondo legge.