L'egoismo uccide l'anima; distruggilo. Abbi cura però che il tuo altruismo non uccida l'anima altrui.— Sri Aurobindo
L'egoismo uccide l'anima; distruggilo. Abbi cura però che il tuo altruismo non uccida l'anima altrui.
Il progresso spirituale interiore non dipende dalle condizioni esterne; quanto dal modo in cui reagiamo ad esse: è sempre stato questo il verdetto definitivo dell'esperienza spirituale.
È difficile essere nel mondo un uomo libero, pur vivendo la vita ordinaria degli uomini; ma appunto perchè difficile, bisogna tentare di riuscirvi.
Non lasciare che la prudenza del mondo mormori troppo vicino al tuo orecchio, perché questa è l'ora dell'inatteso.
L'amore della solitudine è segno di una disposizione per la conoscenza; ma si giunge alla conoscenza solo quando si percepisce la solitudine sempre e ovunque, nella folla, nella battaglia e sulla piazza del mercato.
Sono veri quei pensieri il cui contrario è anche vero, a suo tempo e luogo; i dogmi indiscutibili sono il più pericoloso genere di menzogna.
La morale non è nulla più che la regolarizzazione dell'egoismo.
La gente egoista è terribilmente capace di grandi amori.
L'egoismo è l'unico movente delle azioni umane.
Nessun egoismo è così insopportabile come quello del cristiano riguardo alla sua anima.
L'egoismo teoretico possiede la coerenza della pura follia; esso non abbisogna di confutazione - che è impossibile - bensì di cure.
Il solo motivo per cui chiediamo ad altre persone com'è andato il loro fine settimana è perché così gli possiamo raccontare il nostro.
Non c'è vera felicità nell'egoismo.
Gli egoisti sono poveri maestri nell'arte di godere, ignorando la gioia del dare e del darsi.
La malattia tornerà nel corpo se l'anima è malata; poiché i peccati della mente sono la causa segreta dei peccati del corpo. Allo stesso modo la povertà e le preoccupazioni torneranno sempre nell'uomo, finché la specie umana resterà sottomessa all'egoismo.
Si salva l'uomo che supera il proprio egoismo d'individuo, di famiglia, di casta, e che libera la propria anima dall'idea di rassegnazione alla malvagità esistente.