La legge è una misura politica, anzi è politica.
Ma in realtà l'esperienza dimostra che basta possedere il quaranta per cento di tutte le azioni per dominare l'andamento degli affari di una società per azioni, giacché una parte dei piccoli azionisti, disseminati qua e là, non ha la possibilità di intervenire alle assemblee generali, ecc.
Non contento di aver preso in mano le funzioni di Segretario generale, il compagno Stalin si è attribuito un potere immenso e non sono affatto sicuro che egli sia in ogni occasione capace di farne uso con la necessaria prudenza.
Non giocare mai con l'insurrezione. Ma quando la si inizia, mettersi bene in testa che bisogna andare sino in fondo.
Non è serio, in politica, contare sulle convinzioni, la devozione e le belle qualità dell'anima.
La politica lasciata a se stessa porta una tirannia dentro di sé.
Politica non è un mestiere, è un servizio. Ma nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi.
Accusare i talk-show di dare una brutta immagine della politica è come prendersela con il termometro quando si ha la febbre.
Il dovere dell'opposizione è molto semplice: opporsi a tutto e proporre nulla.
In politica nulla accade a caso.
La politica cambia sempre. Le storie inventate mai.
Questo paese è arrivato, quando il Congresso è in sessione, a sentirsi nello stesso modo di quando un bambino prende in mano un martello.
Vittorio Foa all'on. Pisanò in un dibattito televisivo:"Se avesse vinto lei io sarei ancora in prigione. Avendo vinto io, lei è senatore della repubblica e parla qui con me".
Poiché fraintendiamo la catena causale che lega scelte politiche e azioni, con la nostra ignoranza aggressiva possiamo facilmente provocare Cigni neri, come un bambino che gioca in un laboratorio di chimica.
L'imperatrice è legittima, mio cugino è repubblicano, Morny è orleanista, io sono un socialista, l'unico bonapartista è Persigny, e lui è pazzo.