L'utopia non fa se non rendere concreto e plastico, l'anelito antichissimo e diffuso a una vita migliore.
Moderno è l'uomo che pensa con il cervello proprio, non per ispirazione e autorizzazione di un'autorità religiosa o politica.
Se vuoi combattere i dittatori, comincia col primo dittatore: Dio.
Se volete combattere i dittatori, cominciate col primo: Dio!
L'infanzia è una anticipata e lunga agonia. Un lungo anelito. Un'aspirazione che sembra senza fine. Una attesa che non mostra di dover avere mai termine. L'infanzia è la disperata lotta per uscire dall'infanzia.
L'ideale in fondo è sempre un'utopia.
Spesso il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità o coraggio di fare.
Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande.
L'utopia deve accettare il giogo della realtà, deve essere inquadrata nei fatti. Ogni idea astratta deve trasformarsi in un'idea concreta; ciò che ogni idea perde in bellezza, lo acquista in utilità; viene rimpicciolita, ma è più efficace.
Mi avvicino di due passi, lei si allontana di due passi. Cammino per dieci passi e l'orizzonte si sposta di dieci passi più in là. Per quanto io cammini, non la raggiungerò mai. A cosa serve l'utopia? Serve proprio a questo: a camminare.
Una carta del mondo che non contiene il paese dell'Utopia non è degna nemmeno di uno sguardo, perché non contempla il solo paese al quale l'umanità approda di continuo. E quando vi getta l'ancora, la vedetta scorge un paese migliore e l'umanità di nuovo fa vela.
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