L'ironia alleggerisce la vita. È una scintilla d'intelligenza.
Se solo riuscissimo a ridere di noi stessi, nel bene e nel male, sarebbe un mondo migliore.
Con gli anni e l'esperienza ho perso i toni da melodramma e imparato il valore terapeutico dell'ironia.
Circa l'ironia della violenza nei miei lavori, gran parte di questo deriva probabilmente dalle mie esperienze infantili durante e subito dopo la seconda guerra mondiale. Infatti, se non ci fosse stata l'occupazione tedesca e poi l'occupazione americana, non sarei mai diventato un regista.
Le sofferenze, i dolori e anche le ossessioni devono essere raccontate con auto-ironia.
L'ironia è un tic dello spirito.
Quando sento dire che uno è considerato un innovatore perché decide di leggere il TG in piedi, è come se ti chiedessero se scrivi con la biro o con la macchina, e quanto questo influisce.
Non mi prendo più sul serio come un tempo, ma il lavoro è migliorato e mi diverto di più.
Non bisogna prendersi sempre sul serio.
Gli epigrammisti in poesia sono come i fioristi in pittura.
Ogni motto richiede un proprio pubblico, e ridere degli stessi motti è prova di una vasta concordanza psichica.