La scienza è nata da un atto di fede.
Le industrie che producono ordigni di guerra e i laboratori che studiano e progettano strumenti portatori di stragi non sono frutto del progresso scientifico. Essi nascono dal connubio tra potere politico, cultura dell'odio e tecnologia di morte.
Il prodigioso sviluppo delle tecniche elettroniche ha avuto come spinta colossale gli enormi finanziamenti per studi tecnologici di guerra. Queste scelte non le ha fatte la Scienza, ma il potere politico.
Nessun ateo può illudersi di essere più logico e scientifico di colui che crede. Chi sceglie l'Ateismo fa un atto di Fede: nel nulla.
Se il massimo rigore logico non basta per arrivare a dimostrare un teorema, come si può pretendere che il rigore logico nell'Immanente possa mai portare alla dimostrazione del Teorema Supremo, e cioè l'esistenza di Dio?
È nel seno della Chiesa di Cristo che ha avuto origine la Scienza.
La scienza non ha patria, perché la conoscenza è patrimonio dell'umanità, la fiaccola che illumina il mondo.
La scienza ha questo in comune con la religione: induce l'uomo a credere che essa lavori in suo favore.
La scienza non può mai afferrare l'irrazionale, perciò essa non ha futuro dinanzi a sé in questo mondo.
Se lo scientismo è qualcosa, esso è la fede cieca e dogmatica nella scienza. Ma questa fede cieca nella scienza è estranea allo scienziato autentico.
Una delle nostre bandiere è la Scienza senza segreti e senza frontiere.
Io credo che tutti gli scienziati autentici abbiano considerato se stessi come Newton: sapevano che non sappiamo nulla, a anche che nel campo già coltivato della scienza tutto è incerto.
Rispetto alla realtà tutta la nostra scienza è primitiva e infantile, eppure è la cosa più preziosa che abbiamo.
L'uomo di scienza non è niente altro che un misero filosofo.
La differenza tra l'uomo della strada e lo scienziato è dunque questa, che se l'uno riprova lo fa per una immediata necessità, curiosità accidentale, diletto, mentre l'altro lo fa di mestiere.
Torna a eterno merito della scienza l'aver liberato l'uomo dalle insicurezze su se stesso e sulla natura agendo sulla sua mente.