Parlare è da stupidi, tacere è da codardi, ascoltare è da saggi.
È facile giudicare gli altri, ma ci rendiamo conto di quanto sia meschino il nostro disprezzo solo quando li abbiamo persi, quando ce li portano via.
Davanti a un feretro ci ricordiamo solo le cose buone e vediamo solo ciò che ci garba.
Il tempo non ci rende più saggi, solo più vigliacchi.
Nel momento in cui ti soffermi a pensare se ami o meno una persona, hai già la risposta.
Tutto ciò che si avvicina al libero gioco della vita ci è praticamente ignoto. Si grida contro il peccatore, eppure non sono i colpevoli, ma gli stupidi che costituiscono la nostra vergogna. Non vi è peccato al di fuori della stupidità.
Fin da bambino era stato un cretino precoce.
L'uomo ha raccolto tutta la saggezza dei suoi predecessori, e guardate quanto è stupido!
Il fesso, in generale, è incolto per stupidaggine. Se non fosse stupido, capirebbe il valore della cultura per cacciare i furbi.
Dietro la frase: "Mio figlio è un piccolo genio" c'è sempre un genitore idiota.
Gli esami sono terribili anche per i meglio preparati, perché il più stupido fra gli stupidi può fare domande a cui il più saggio fra gli uomini non è in grado di rispondere.
Un'idea morta produce più fanatismo di un'idea viva; anzi soltanto quella morta ne produce. Poiché gli stupidi, come i corvi, sentono solo le cose morte.
Lo sciocco non perdona e non dimentica. L'ingenuo perdona e dimentica. Il saggio perdona, ma non dimentica.
È un cretino illuminato da lampi di imbecillità.
Lo stupido più innocuo trova sempre un'eco favorevole nel cuore e nel cervello dei suoi contemporanei che sono almeno stupidi quanto lui: e sono sempre parecchi.