Il Signore chiama ad una montagna molto particolare. Una montagna che cresce secondo le sue parole.
Signore, dona pane agli affamati, e fame a coloro che hanno pane.
È un errore confondere preghiera e solitudine, dire che la solitudine mi è necessaria per pregare.
Vedere la mia infanzia? Più di dieci lustri me ne separano e i miei occhi presbiti forse potrebbero arrivarci se la luce che ancora ne riverbera non fosse tagliata da ostacoli d'ogni genere, vere alte montagne: i miei anni e qualche mia ora.
Mentre il mio spirito se ne va in macchina lungo il mare su strade sterrate rognose più tossiche di un sigaro scadente e mentre continuo ad andare solo e spensierato le case dei ricchi su in alto sembrano folli, annebbiate e atterrite sulle cime delle piatte montagne.
Provo una grande compassione per le vittime che hanno perso la vita sulle montagne e penso alle famiglie che sono a casa. La montagna porta gioia e sofferenza in egual misura. Chi ha arrampicato e continua a farlo, è entrato nella vita degli altri.
Io chiedo a una scalata non solamente le difficoltà ma una bellezza di linee.
Quando guardo una montagna aspetto sempre che si converta in vulcano.
Sognava rocce alte, spazi aperti e cielo sopra la testa. Senza, era triste.
Donde vengono le montagne più alte? chiedevo in passato. E allora imparai che esse vengono dal mare. Questa testimonianza sta scritta nelle loro rocce e nelle pareti delle loro cime. Dall'abisso più fondo, la vetta più alta deve giungere alla sua altezza.
Ora siamo nelle montagne e le montagne sono dentro di noi.
Erano montagne come rudimenti semantici, vere e proprie definizione di sé.
Quanto monotona sarebbe la faccia della terra senza le montagne.
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