Il potere, in se stesso, comunque lo si pratichi, comunque lo si cerchi, è un male.— Cesare Garboli
Il potere, in se stesso, comunque lo si pratichi, comunque lo si cerchi, è un male.
Il mondo in cui vivi è di Roma. Sue le leggi. Suo il potere.
La distinzione fra potere e forza è anche evidente in una sfera del tutto diversa: quella della devozione religiosa, nelle sue molteplici sfumature.
L'uomo avido di potere incontra la sua rovina nel potere, l'uomo bramoso di denaro nel denaro, il sottomesso nella servitù, il gaudente nel piacere. E così il lupo della steppa si rovinò con l'indipendenza.
Quando la gran massa dei cittadini vuole occuparsi solo dei propri affari privati i più piccoli partiti possono impadronirsi del potere.
Solamente chi ha imparato il potere di un aiuto sincero e disinteressato prova la gioia più profonda della vita: il vero appagamento.
La cosa più difficile è definire un cammino per noi stessi. Chi non compie una scelta, agli occhi del Signore muore, anche se continua a respirare e a camminare per le strade. Perché l'uomo deve scegliere. In questo sta la sua forza: il potere delle sue decisioni.
Il potere piace proprio perché suscita invidia.
Il potere, se è vero, è vero anche quando è millantato, mentre l'amore, agli occhi del potere, non può essere che millantato anche se è vero.
Il potere dà alla testa anche a chi non lo possiede, ma in questo caso la sbornia svanisce in fretta.
Più è centralizzato il potere, più è soppressa la natura umana.