Un matematico è un cieco in una stanza buia che cerca un gatto nero che non è lì.— Charles Darwin
Un matematico è un cieco in una stanza buia che cerca un gatto nero che non è lì.
La libera espressione di un'emozione per mezzo di segni esteriori, la rende più intensa.
Gli individui di ciascuna specie che nascono sono molto più numerosi di quanti ne possano sopravvivere e quindi la lotta per l'esistenza si ripete di frequente.
Nella sua arroganza l'uomo attribuisce la propria origine a un piano divino; io credo più umile e verosimile vederci creati dagli animali.
L'uomo anche allo stato attualmente più arretrato è pur sempre l'animale più potente che sia mai apparso sulla terra.
Gli animali non solo provano affetto, ma desiderano essere amati.
Ammettiamo che lo scopo della matematica è una divina pazzia dello spirito umano, un rifugio dagli stimoli e dall'urgenza degli avvenimenti contingenti.
Il matematico non scopre: inventa.
È dunque attraverso lo studio delle matematiche, e solo mediante esse, che ci si può fare un'idea giusta ed approfondita di ciò che è una scienza.
L'essenza della matematica è la sua libertà.
Nessuna confessione religiosa ha tanto peccato per abuso di espressioni metafisiche quanto la matematica.
Non si può dire, dunque, che la matematica ci insegna a contare? Ma se ci insegna a contare perché non ci insegna anche a confrontare tra loro i colori?
Anche se le leggi della matematica si riferiscono alla realtà, non possiedono una veridicità assoluta, e se l'avessero, allora non si riferirebbero alla realtà.
Manca di mentalità matematica tanto chi non sa riconoscere rapidamente ciò che è evidente, quanto chi si attarda nei calcoli con una precisione superiore alla necessità.
L'analisi matematica è una sinfonia coerente dell'universo.
Ovviamente, è la parola più pericolosa in matematica.