Di norma ai giudici non viene neppure comunicato se le loro sentenze sono state confermate o meno.— Edoardo Mori
Di norma ai giudici non viene neppure comunicato se le loro sentenze sono state confermate o meno.
Ho smesso d'andare ai convegni di magistrati da quando, su 100 partecipanti, 80 si presentavano con "La Repubblica" e parlavano solo di politica. Tutti espertissimi di trame, nomine e carriere, tranne che di diritto.
Le forze dell'ordine considerano delinquenti tutti gli indagati, i cittadini sono trattati alla stregua di pezze da piedi, spesso gli interrogatori degenerano in violenza.
Il sistema di polizia, il trattamento dell'imputato e il rapporto fra pubblici ministeri e giudice sono ancora fermi al 1930.
Al giudice occorre più coraggio ad essere giusto apparendo ingiusto, che ad essere ingiusto apparendo giusto.
Non è detto che le scelte legittime siano anche opportune. Il magistrato non deve solo essere ma deve anche apparire imparziale.
Il peggior criminale che abbia mai camminato su questa terra è moralmente superiore al giudice che lo condanna alla forca.
Inutile la chiarezza, se il giudice, vinto dalla prolissità, si addormenta. Più accetta la brevità, anche se oscura: quando un avvocato parla poco, il giudice, anche se non capisce quello che dice, capisce che ha ragione.
Giudice finalmente, arbitro in terra del bene e del male.
All'avvocato, quando tratta col giudice, non disdice l'umiltà: che non è né viltà né piaggeria di fronte all'uomo, ma reverenza civica all'altezza della funzione.
Un giudice che ha venduto la propria imparzialità ai partiti è un giudice che, prima di processare gli altri, dovrebbe essere processato lui e cacciato in galera.
Il buon giudice non deve essere giovane, ma anziano, uno che ha appreso tardi che cosa è l'ingiustizia, senza averla sentita come personale e insita nella sua anima, ma per averla studiata, come una qualità altrui, nelle anime altrui.