Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi.— Efraim Medina Reyes
Il bello è che scrivere è un altro modo di cagare e masturbarsi.
Essere crudeli e antipatici con la gente non è bello ma calma i nervi.
Scrivere un libro è un po' come correre una maratona, la motivazione in sostanza è della stessa natura: uno stimolo interiore silenzioso e preciso, che non cerca conferma in un giudizio esterno.
Quando si scrive con facilità, si crede sempre di avere più talento di quanto se ne ha. Per scrivere bene, ci vuole una facilità naturale e una difficoltà acquisita.
Scrivere è piangere con l'inchiostro, sporcare carta e le idee degli altri. Scrivere è vomitare in pubblico e ridere una pazzia frenata.
Scrivere è continuare, inseguire al di là della tenebra quel fanalino fuggente che è l'uomo.
Scrivere è un artigianato che non conosce maestri, se non in modo imponderabile.
La scrittura è l'ignoto. Prima di scrivere non si sa niente di ciò che si sta per scrivere e in piena lucidità.
Bisogna prendere speciali precauzioni contro la malattia dello scrivere, perché è un male pericoloso e contagioso.
L'arte dello scrivere consiste nel ripetere cose già dette e nel ripeterle in modo che la gente creda di leggerle per la prima volta.
Esprimi il tuo pensiero in modo conciso perché sia letto, in modo chiaro perché sia capito, in modo pittoresco perché sia ricordato e, soprattutto, in modo esatto perché i lettori siano guidati dalla sua luce.
Un conto è demitizzare e un conto è demolire. Il problema è di scrivere atti di cultura per cui ogni uomo sia portato alla consapevolezza quotidiana di se stesso. E poi, creda, l'autobiografismo affrontato sul serio è uno dei pochi modi rimastici per conoscere gli altri.