Indipendenti sempre, isolati mai.
A sette anni ho cominciato a girare il mondo senza i miei genitori con la compagnia teatrale La MaMa di New York.
Noi donne sopportiamo, sopportiamo e quando non ce la facciamo più ce ne andiamo di casa; un uomo lo sapete perché non se ne va mai via di casa? Perché non è capace di farsi le valige.
Il bambino è incapace di affrontare da solo la vita e le sue difficoltà, i suoi pericoli, i suoi ostacoli, le sue prove, le sue responsabilità. È incapace di dominare l'ambiente che lo circonda.
Durante la mia malattia non ho pensato di rimettere mano al testamento, mi avrebbe depresso. Voglio continuare a divertirmi e lavorare nella mia azienda che resterà indipendente anche se ci saranno cambiamenti nel management.
La più grande ricchezza è nel bastare a sé stessi.
Le dimostrazioni di autosufficienza provocano quasi sempre in me un rispetto sbalordito.
Per me è ovvio che una donna possa decidere del proprio corpo.
Nel mondo attuale ogni cultura, ogni letteratura, ogni arte appartengono a una classe ben determinata e sono quindi vincolate a una determinata politica. L'arte per l'arte, l'arte al di sopra delle classi, l'arte al di fuori della politica e indipendente da essa in realtà non esiste.
La tragica ironia della vita è che così spesso noi raggiungiamo il successo o l'indipendenza finanziaria dopo che la ragione principale per cui li cercavamo è trascorsa.
Chi può calcolare quanto perde il mondo con la moltitudine di intelletti promettenti ma uniti a caratteri deboli che non osano sviluppare alcuna linea di pensiero audace, vigorosa, indipendente, per timore di ritrovarsi con qualcosa che potrebbe venire considerato irreligioso o immorale?