La nonviolenza è il fine di tutte le religioni.
Consciamente o inconsciamente, ciascuno di noi rende un certo servizio all'altro. Se noi coltiviamo l'abitudine di offrire questo servizio deliberatamente, il nostro desiderio di servizio crescerà costantemente più forte, e farà non solo la nostra felicità, ma quella del mondo in generale.
Potreste cavarmi gli occhi, ma questo non potrebbe uccidermi. Potreste tagliarmi il naso, ma nemmeno questo mi ucciderebbe. Distruggete, invece, la mia fede in Dio, e sarò morto.
Dove c'è paura non c'è religione.
Dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere.
Chi non lavora eppure mangia è un ladro.
La nonviolenza è la più grande forza a disposizione dell'uomo. È ancora più forte della più potente arma di distruzione ideata dall'ingegno dell'uomo.
Il dominio naturale ha la Comunità naturale; il violento, violenta.
L'arte deve sopprimere la violenza.
La più grande debolezza della violenza è l'essere una spirale discendente che da' vita proprio alle cose che cerca di distruggere. Invece di diminuire il male, lo moltiplica.
Ogni violenza ha, come fine ultimo, far balbettare la vittima, spezzare la sua sintassi.
Il distintivo del violento è la sua arma: lancia o spada o fucile. Lo scudo del nonviolento è Dio.
La violenza genera violenza.
Storia. Ogni volta che la parola appare, fa capolino la violenza.
La violenza da parte delle masse non eliminerà mai il male.
Quanto più la donna cerca di affermarsi come uguale in dignità, valore e diritti all'uomo, tanto più l'uomo reagisce in modo violento. La paura di perdere anche solo alcune briciole di potere lo rende volgare, aggressivo, violento.