Le tarme che scelgono il suicidio vanno a posizionarsi nella manica, sotto l'ascella.— Gene Gnocchi
Le tarme che scelgono il suicidio vanno a posizionarsi nella manica, sotto l'ascella.
Le persone che si perdono in Internet non danno tantissime notizie di sé.
Rido di cose che agli altri fanno vomitare. Tipo quello che decise di fare il fantino: l'unico problema era che il suo cavallo voleva saltare con lo stile Fosbury.
Il pesce non fa mai quello che gli dice sua mamma.
Ha lavorato con Gianfranco De Laurentis, Gianfranco Funari e Maria Teresa Ruta. Quale dei tre uomini giudica più affascinante?
Una cosa bella del gufo è che è sincero.
Suppongo che il suicida mentre appoggia alla tempia la canna della pistola provi per ciò che succederà l'attimo seguente quello che in quel momento provai io: un sentimento di curiosità.
Spesso apro il frigorifero e non c'è niente a parte quel mezzo limone marroncino che ormai è lì da anni. Una volta il frigo si è rotto. Quando è venuto il tecnico a ripararlo mi ha detto che non si era rotto. Si era suicidato.
Il suicidio non è che una scorciatoia.
Uno dei miti piú pericolosi è quello secondo il quale chi sta per suicidarsi diventa sempre positivo e generoso e altruista.
Perché rinunciare? Perché arrendersi? Esiste al mondo una croce su cui valga la pena suicidarsi?
Bisogna essere prudenti quando ci si ammazza, se no si fanno delle figure!
Il maggiore torto del suicida è non d'uccidersi, ma di pensarci e non farlo. Niente è più abbietto dello stato di disintegrazione morale cui porta l'idea, l'abitudine dell'idea del suicidio.
Chiunque sia capace di pensare deve pensare alla prossima guerra come fosse il proprio suicidio.
La felicità spinge al suicidio quanto l'infelicità, anzi ancora di più perché amorfa, improbabile, esige uno sforzo di adattamento estenuante, mentre l'infelicità offre la sicurezza e il rigore del rito.
Nessuno ha mai scritto, dipinto, scolpito, modellato, costruito o inventato se non, di fatto, per uscire dall'inferno.