Se si sappia vivere da vinti, lo si è un po' meno.— Guido Ceronetti
Se si sappia vivere da vinti, lo si è un po' meno.
L'ospedale degrada la malattia. La casa esalta il malato. Se il malato è deposto sull'Alef, muore da uomo felice.
La relazione midollare tra industria e cancro è forse qui, nella inesorabile rapina di ossigeno fatta dalla fabbrica a danno di chi ci lavora o abita vicino.
L'ottimismo è come l'ossido di carbonio: uccide lasciando sui cadaveri un'impronta di rosa.
Non importa che sia "del paradiso", una donna, porta. Importa soltanto che sia una porta. L'angoscia è il muro.
Uno dei mali provocati dall'allungamento artificiale della vita è che molti, vogliosi di mettere fine ai loro giorni, sono costretti a rimandare l'atto liberatore perché i loro vecchi, a cui non possono infliggere il dolore del proprio suicidio, sono ancora vivi.
Il male di vivere è forse la sola ragione per vivere, in quanto segno del progresso del pensiero e della coscienza. La grandezza dell'uomo, in fondo, sta anche nelle sue ferite.
Ognuno è cosmo tessuto di caos e bellezza. E vivere è esercitarsi a dominare quegli oceani interiori che ci generano e ci minacciano.
Mendicare o regnare, che importa? Abbiamo entrambi vissuto. Lascia il resto agli dèi.
Vivere insieme nel mondo significa essenzialmente che esiste un mondo di cose tra coloro che lo hanno in comune, come un tavolo è posto tra quelli che vi siedono intorno.
Chi è ricco non ha bisogno di vivere con parsimonia, e chi sa vivere con parsimonia non ha bisogno di essere ricco.
Non è possibile vivere felicemente senza anche vivere saggiamente, bene e giustamente; né saggiamente e bene e giustamente senza anche vivere felicemente. A chi manchi ciò da cui deriva la possibilità di vivere saggiamente, bene, giustamente, manca anche la possibilità di una vita felice.
La condanna degli esserti mortali, o forse il loro dono, è questo: bisogna vivere senza capire.
Metà del mondo non sa come vive l'altra metà.
Meglio vivere un giorno da leone, che cento anni da pecora.
Che cosa servono a quel tizio ottant'anni trascorsi nell'inerzia? Costui non è vissuto, ma si è attardato nella vita, e non è morto tardi, ma lentamente.