Le fotografie possono raggiungere l'eternità attraverso il momento.
Ci sono scuole per qualsiasi cosa, dove si impara di tutto e alla fine non si sa niente, non si sa niente di niente. Non esiste una scuola per la sensibilità. Non esiste, è impensabile. Ci vuole un certo bagaglio intellettuale.
In ogni caso, sfocata o meno, nitida o meno, una fotografia buona è una questione di proporzioni, di rapporti tra neri e bianchi.
La fotografia è un'azione immediata; il disegno una meditazione.
Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.
Se passa un giorno in cui non ho fatto qualcosa legato alla fotografia, è come se avessi trascurato qualcosa di essenziale. È come se mi fossi dimenticato di svegliarmi.
Perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l'unico rimedio all'abitudine, all'indifferenza, alla sazietà. È tipico della condizione umana ed è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare.
Nelle mie foto non c'è emozione. È tutto molto freddo, volutamente freddo.
Non bisognerebbe mai giudicare un fotografo dal tipo di pellicola che usa, ma solo da come la usa.
Per capire e raggiungere ciò che vuoi comincia a scartare ciò che non vuoi.
Da quando esiste Photoshop non siamo più disposti a concedere alla fotografia lo status di rappresentazione oggettiva della realtà.
La fotografia è verità, e il cinema è verità ventiquattro volte al secondo.
Arte nata da un raggio e da un veleno.
Il motivo principale di prefissarsi un obiettivo consiste in ciò che ti fa capire di te per raggiungerlo. Ciò che capisci di te sarà sempre il più grande valore che puoi ottenere.
Sono entrate le macchine, l'arte è uscita... Sono lontano dal pensare che la fotografia possa esserci utile.
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