Henrik Ibsen, attraverso questa frase, invita a non rinunciare alla propria felicità in attesa di un futuro incerto o irrealizzabile. La rivolta qui intesa è quella che si manifesta nel rifiuto passivo della condizione presente senza speranza e nell'azione decisa per costruire una vita migliore, qui ed ora. Questo aforisma invita all'autorealizzazione immediata, sottolineando l’importanza di perseguire la felicità in questo mondo reale piuttosto che rinchiudersi nel misticismo o nell'attesa passiva del cambiamento.