Le parole di Hofmannsthal mettono in luce quanto sia raro, nella vita degli esseri umani, un autentico atto di volontà o un autentico atto d’amore. Molti credono di volere, di scegliere, di perseguire qualcosa con decisione, ma spesso si limitano a seguire abitudini, convenzioni, paure o desideri superficiali. Allo stesso modo, ciò che viene chiamato amore è sovente confuso con il bisogno, il possesso, l’idealizzazione o l’abitudine emotiva. L’affermazione sottolinea che solo pochissimi, forse in un brevissimo istante della loro esistenza, riescono a voler qualcosa in modo totale, lucido, privo di autoinganno, o ad amare in modo completo, gratuito, senza maschere. È un richiamo alla profondità e alla serietà dell’esperienza interiore: volere davvero implica responsabilità e consapevolezza, amare davvero richiede vulnerabilità e sincerità. In filigrana si avverte anche una nota di amarezza: la maggior parte delle vite scorre in superficie, senza raggiungere quell’intensità di volontà e di amore che darebbe un significato pieno all’esistenza.