Così, fondamentalmente, non so di che cosa sto parlando. Ma forse lo so.
Se tutto converge all'uno, si mette per forza in ordine; il disordine c'è quando non c'è un «uno» verso cui, in funzione di cui andare.
Non è l'individuo a creare il disordine, ma è l'ambiente a favorirlo.
Le forti correnti trascinano con sé molto pietrame e sterpaglia, gli spiriti forti molte teste stupide e confuse.
L'universo non ha mai avuto senso; sospetto che sia stato costruito tramite un appalto governativo.
Procediamo con disordine. Il disordine dà qualche speranza. L'ordine nessuna. Niente è più ordinato del vuoto.
Il mero tentativo di esaminare la mia confusione consumerebbe volumi.
Il Caos è la legge della natura e l'Ordine è il sogno dell'uomo.
C'è meno disordine nella natura che nell'umanità.
L'umorismo, per lo specialissimo contrasto essenziale in esso, inevitabilmente scompone, disordina, discorda.
Forse la natura è fondamentalmente brutta, caotica e complicata. Ma se è così, allora voglio uscirne.