L'affermazione costante di credere è un indizio di paura.
La fede è qualcosa di assolutamente individuale, e non possiamo e non dobbiamo istituzionalizzarla. Se lo facciamo diventa una cosa morta, cristallizzata; diventa un credo, una setta, una religione che viene imposta ad altri.
Per la mente che vede con chiarezza non c'è necessità di scelta, c'è azione.
La capacità di osservare senza giudicare è la più alta forma di intelligenza.
La religione è il pensiero contorto dell'uomo fuori del quale si erigono templi per concretizzarlo.
Il coraggio è dominare la paura, non l'assenza di paura.
Il pauroso non sa che cosa significa esser solo: dietro la sua poltrona c'è sempre un nemico.
Io non so se il tempo presente ci ha donato grandi benefici, di sicuro ha inventato un sacco di paure.
È il timore incessante della paura, la paura della paura che modella il viso dell'uomo coraggioso.
Bisogna camminare sette volte nello stesso posto perché smetta di farti paura.
La paura aggiunse ali ai piedi.
Forse l'errore stava tutto lì. Era l'errore che tutti gli uomini fanno da sempre. Cercare di mostrarsi forti e sprezzanti e vincitori quando forse basta avere il coraggio di chinare la testa e dire: ho paura.
Non è il potere che corrompe, ma la paura. Il timore di perdere il potere corrompe chi lo detiene e la paura del castigo del potere corrompe chi ne è soggetto.
Ci si sbaglierà raramente, attribuendo le azioni estreme alla vanità, quelle mediocri all'abitudine e quelle meschine alla paura.
La paura segue il crimine, ed è la sua punizione.