L'umiltà è una virtù; la timidezza è una malattia.— Jim Rohn
L'umiltà è una virtù; la timidezza è una malattia.
Qualcuno dice, "Bene, io non posso preoccuparmi degli altri. Il meglio che posso fare è prendere cura di me stesso". Bene, allora sarai sempre povero.
Le parole fanno due cose principali: forniscono cibo per la mente e creano luce per la comprensione e la consapevolezza.
Devi diventare bravo in una di queste due cose: seminare in primavera o chiedere l'elemosina in autunno.
Devi seminare, non cantare.
Dai a qualunque cosa tu stia facendo e chiunque tu sia il dono dell'attenzione.
Sono così timido, ma così timido che dò del lei anche alla biancheria più intima!
L'anima deve aprirsi all'invasione di ciò che le è estraneo, rinunciare a difendersi, favorire il nemico, affinché il nostro essere autentico sorga e si mostri, non come una fragile costruzione protetta dalla nostra timidezza, ma come la nostra rocca, il nostro granito incorruttibile.
Ho vissuto quasi 30 anni chiuso dentro di me come una cozza, ma adesso è tutto passato grazie al mio lavoro e alle mie passioni.
Le esperienze vanno valutate in base ai risultati. Siccome tornai sul set dopo aver fallito, mi aiutò a superare una naturale reticenza, una timidezza.
Il mio male peggiore è di non riuscire mai a dimenticare la mia presenza metafisica nella vita. Di qui, la timidezza trascendentale che terrorizza tutti i miei gesti, che toglie a tutte le mie frasi la linfa della semplicità, dell'emozione diretta.
Sono abbastanza timida, ma la gente crede che faccia la sostenuta.
Abbiamo tutti un sacco di timidezza nonché molte ansie e preoccupazioni, tutte cose per cui la vanità è un buon antidoto.
Negli anni l'ho rivisto molto volte. Non abbiamo avuto rapporti molto aperti. Però leggevo nel suo sguardo, come lui leggeva nel mio, un grande affetto: perché lui aveva capito me, così come io credo di aver capito lui, pur senza esserci mai detti nulla. Eravamo anche molti simili.
Non bisogna mai lamentarsi quando si vedono segnali di ripresa, per quanto timidi.
Esser sicuri di sè stessi è senza fine preferibile ad esser timidi; ma la sicurezza vera e degna dell'uomo non è quella che dipende dalla cecità mentale o morale, o della presunzione; sibbene quella che proviene dalla timidezza superata e vinta.