In matematica tu non capisci le cose. Semplicemente ti ci abitui.
Tra qualche decennio l'energia sarà gratuita e a disposizione di tutti.
Chiunque consideri i metodi aritmetici per produrre cifre casuali è, naturalmente, nella condizione di peccatore.
La verità è una cosa troppo complicata perchè permetta qualcosa di differente dalle approssimazioni.
In matematica non si capiscono le cose. Semplicemente ci si abitua ad esse.
Trascurare la matematica è un'offesa al sapere, poiché chi la ignora non può conoscere le altre scienze o le cose del mondo.
La matematica, ahinoi, si presta ai colpi bassi. C'è un «terrorismo matematico», che consiste nello spaventare l'avversario sparandogli contro raffiche di equazioni, derivate, integrali, logaritmi, matrici, teoremi e corollari.
Ovviamente, è la parola più pericolosa in matematica.
In matematica, le rivoluzioni sono eventi silenziosi. Nessuno scontro, nessun clamore. La notizia viene comunicata in qualche trafiletto ben lontano dalle prime pagine.
I cosiddetti pitagorici, che furono i primi a fare matematica, non solo la svilupparono ma vi si immersero completamente, credendo che i principi della matematica fossero i principi di tutte le cose.
La matematica può essere definita come la scienza in cui non sappiamo mai di che cosa stiamo parlando, né se ciò che diciamo è vero.
Non entri chi non è matematico.
La matematica non è un pignone, come diceva Coppi.
Gli autori più moderni, come i più antichi, lottano per subordinare i fenomeni della natura alle leggi della matematica.
L'arte del fare matematica consiste nel trovare il caso speciale che contiene tutti i germi di generalità.