Se io non fossi quello che sono, ma l'uomo più bello, più intelligente, l'uomo migliore di questo mondo, e se fossi libero, in questo stesso istante chiederei in ginocchio la vostra mano e il vostro amore.

Lev Tolstoj
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La nostra interpretazione

Parla un uomo che riconosce i propri limiti e le proprie mancanze, reali o percepite, davanti a una persona amata. Nel suo cuore c’è il desiderio assoluto di offrire tutto sé stesso, ma si sente indegno, inferiore, frenato da condizioni che non può cambiare: il proprio carattere, le circostanze della vita, forse degli impegni già presi o una posizione sociale che lo incatena. L’immaginazione corre a una versione ideale di sé: più bello, più intelligente, più buono e completamente libero. In quello scenario ipotetico, non avrebbe dubbi né esitazioni e si prostrerebbe senza orgoglio, pronto a chiedere un legame totale, riconoscendo con umiltà il valore dell’altra persona. Il cuore desidera, ma la realtà incatena. L’amore viene rappresentato come qualcosa di assoluto, meritevole della massima dedizione, e nello stesso tempo come un bene che sfugge per condizioni esterne e interne. Da questo contrasto emergono la nostalgia di ciò che non può essere vissuto e il dolore di chi si sente incapace di offrire all’altro l’amore nella forma che ritiene giusta e completa, rassegnandosi così a un desiderio che resta sospeso e incompiuto.

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