Dove men si sa, più si sospetta.
La fortuna è donna: ed è necessario, volendola tenere sotto, batterla e urtarla.
Nessuna cosa essere più vana e più incostante che la moltitudine, così Tito Livio nostro, come tutti gli altri istorici, affermano.
Non è mai alcuna cosa sì disperata che non vi sia qualche via da potere sperare.
Le cose nuove e subite sbigottiscono gli eserciti; le cose consuete e lente sono poco stimate da quegli; però farai al tuo esercito praticare e conoscere con piccole zuffe un nimico nuovo, prima che tu venga alla giornata con quello.
Può la disciplina nella guerra più che il furore.
La gratitudine è la più squisita forma di cortesia.
Quanto è più crudele del morso di un serpente l'ingratitudine di un figlio.
Il pubblico non ha vergogna né gratitudine.
Resistendo a quelle carezze perché vi sentiva una gratitudine di cui non avrebbe sopportate le parole.
È tanto più facile ricambiare l'offesa che il beneficio; perché la gratitudine pesa, mentre la vendetta reca profitto.
La gratitudine è l'anima della religione, dell'amor filiale, dell'amore a quelli che ci amano, dell'amore alla società umana, dalla quale ci vengono tanta protezione e tante dolcezze.
La gratitudine non esiste in natura; per conseguenza è inutile pretenderla dagli uomini.
Noi siamo facili a chiedere, ma non a ringraziare.
C'è una virtù che gode di una sempre minor coinsiderazione: la gratitudine. Cioè l'impulso che ci porta a voler bene, ad essere riconoscenti, a cercare di ricambiare coloro che ci hanno aiutato nei momenti difficili della vita.