Nel mondo governa uno zar spietato: fame è il suo nome.
La saggezza del disgraziato nasconde ancora il desiderio di esser felice; la vera saggezza è quella dell'uomo felice.
I siciliani non vorranno mai migliorare per la semplice ragione che credono di essere perfetti; la loro vanità è più forte della loro miseria.
Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
I fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l'uomo contro l'uomo.
La miseria non coincide con la povertà; la miseria è la povertà senza fiducia, senza solidarietà, senza speranza.
Le persone che vanno in malora in grande stile non saltano mai i pasti. È il povero diavolo che deve tirare la cinghia.
Giochiamo a fare i rivoluzionari nei nostri piccoli spazi riservati e ci sentiamo pericolosi e importanti e poi alla prima occasione vera torniamo poveri minorenni senza una casa e senza un lavoro e senza soldi, senza la minima possibilità di incidere sulla nostra vita.
Una metà del mondo deve sudare e grugnire e l'altra metà può sognare.
Assistiamo impotenti al dolore di tante famiglie che vedono i loro figli finire miseramente vittime o mandanti delle organizzazioni della camorra.
Credetemi, se un uomo parla delle proprie disgrazie, in esse c'è qualcosa che non gli è sgradevole, perché dove non c'è altro che la pura miseria non c'è mai alcun ricorso alla menzione di essa.