Extra Ecclesiam nulla salus, ci si accontentava un tempo. Wojtyla pretende invece che fuori della Chiesa non vi sia neppure libertà, e neppure autentica umanità. L'uomo, o è cattolico apostolico romano, o non è.
L'Homo Sapiens preferisce ancor oggi, statisticamente parlando, il pensiero che rassicura, aspira alla conferma di ciò che già crede, e vuole assaporare il dubbio solo come innocuo e piacevole diversivo.
Che nelle chiese si predichi non rende inutili i parafulmini su di esse.
La Chiesa combatte la passione con l'estirpazione in ogni senso: la sua prassi, la sua «cura» è il castratismo. Essa non chiede mai: «come si spiritualizza, si abbellisce, si divinizza un desiderio?»
La predicazione della Chiesa fu efficacissima quando insegnava ad odiare l'ebreo. Sarà meno efficace ora che cercherà di insegnare ad amarlo. Perché allora secondava i bassi istinti dell'uomo. Da ora innanzi li contrasterà.
Non c'è laicità possibile, per esempio, se tanto per cominciare non si conviene subito che Satana è un'invenzione della chiesa per distrarre l'attenzione da se stessi. Chi grida "Al lupo! Al lupo!" di mestiere che altro mestiere può fare se non il lupo?
Ogni giorno la gente si allontana dalla Chiesa e si avvicina a Dio.
La Chiesa di Roma, ridotta a una vera e propria "industria di anime", è ormai votata al Dio denaro.
Compito della Chiesa è quello di raccogliere in unità il mondo sotto il capo, Cristo, e di offrire in questo modo al mondo quella unità cui esso spesso aspira consapevolmente, sì, ma palesemente senza risultato.
La Chiesa non intende più dominare la società, ma camminare con gli uomini.
Senza la Chiesa, che orienta e incarna la fede, è difficile non ridurre Dio a una nube senza forma, Gesù a un idolo domestico, la carità a un discorso umanitario, che non conosce la comunione personale e concreta.
La Chiesa invece vive della verità. E la verità non fa calcoli di convenienza.
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