La ricerca della felicità è più importante del bisogno di dolore.
Nella vendetta l'essere umano si abbassa al livello del proprio nemico, mentre nel perdono mostra saggezza e intelligenza.
Un bambino può insegnare sempre tre cose a un adulto: a essere contento senza motivo, a essere sempre occupato con qualche cosa, e a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.
Avete superato le due prove più dure del cammino spirituale: la pazienza di aspettare il momento giusto e il coraggio di non provare delusione di fronte a ciò che avete visto.
Le conseguenze delle nostre azioni sono come spaventapasseri per i codardi, e come raggi di luce per i saggi.
Quando si avvicina uno straniero e noi lo confondiamo con un nostro fratello, ponendo fine a ogni conflitto. Ecco, questo è il momento in cui finisce la notte e comincia il giorno.
È con le occasioni mancate che a poco a poco noi ci costituiamo un patrimonio di felicità. Quando il desiderio è soddisfatto, non resta che morire.
Chi non si ritiene molto felice, anche se è padrone del mondo, è un poveretto.
Non c'è vera felicità se non quella di cui ci si accorge di godere. Il bambino è felice, è vero, ma siccome lo viene a sapere soltanto molto più tardi è come se non lo fosse mai stato.
La felicità è quello stato di consapevolezza che deriva dalla realizzazione dei propri valori.
La felicità è un modo di vedere.
Ogni felicità è un'innocenza.
Ogni felicità si compone di due sentimenti dolorosi: il ricordo della privazione nel passato e il timore della perdita nell'avvenire.
Ho lanciato l'ultima felicità al vento per una vista più alta sulle cose.
Nessun essere umano può capire veramente un altro, e nessuno può fare la felicità di un altro.
La felicità della vita è fatta di frazioni infinitesimali: di piccole elemosine, presto dimenticate, di un bacio, di un sorriso, di uno sguardo gentile, di un complimento fatto col cuore.