Nessuna infanzia è priva di terrori.— Philip Roth
Nessuna infanzia è priva di terrori.
Il grosso scherzo che ti fa la biologia è che raggiungi l'intimità con una persona prima di sapere qualcosa di lei.
Anche se persino l'opportunismo (se Alvin ci aveva preso e quella era la parola giusta) sembrava un'altra notevole conquista, l'emblema di una maturità tranquilla e consapevole saggiamente coniugata con le arti del mondo.
Non sei tenuto a venerare la tua famiglia, non sei tenuto a venerare il tuo paese, non sei tenuto a venerare il posto dove vivi, ma devi sapere che li hai, devi sapere che sei parte di loro.
Tutto ciò che non sappiamo è stupefacente. Ancor più stupefacente è quello che crediamo di sapere.
Non c'è niente da fare con quello che pensa la gente, se non badarci il meno possibile.
Nella filosofia odierna troviamo tutte le teorie infantili, ma senza quell'aspetto accattivante proprio di ciò che è infantile.
Se l'adulto rimpiange l'infanzia, è perché non la ricorda o perché la ricorda male.
Prima proteggersi dall'infanzia, poi proteggere l'infanzia!
La Juventus è come una malattia che uno si trascina dall'infanzia. Alla lunga ci si rassegna.
L'infanzia è una anticipata e lunga agonia. Un lungo anelito. Un'aspirazione che sembra senza fine. Una attesa che non mostra di dover avere mai termine. L'infanzia è la disperata lotta per uscire dall'infanzia.
Ho avuto un'infanzia difficile, ma felice in Sudafrica, immersa nella natura a confronto con tante realtà politiche e sociali: questo ha forgiato il mio carattere.
La nostra conoscenza, se paragonata alla realtà, è primitiva e infantile. Eppure è il bene più grande di cui disponiamo.
Me lo diede papà, per i miei cinque anni. Disse: "L'infanzia finisce quando scopri che un giorno morirai".
Il paradiso risiede nei ricordi della nostra infanzia. In quei giorni eravamo protetti dai nostri genitori ed eravamo innocentemente incoscienti dei tanti problemi che ci circondavano.