L'inconscio parla sempre negli affari umani, ma non sempre ha ragione.— Philippe Nemo
L'inconscio parla sempre negli affari umani, ma non sempre ha ragione.
Tutto il segreto del non-essere-desiderio dell'uomo, sta in questa espressione: rinuncia al godimento, che gli psicanalisti prendono in un senso che viene a negarla: per essi non si rinuncia al godimento che per godere meglio.
La distinzione dello psichico in ciò che è cosciente e ciò che è inconscio è il presupposto fondamentale della psicoanalisi.
Come possiamo arrivare a conoscere l'inconscio? Naturalmente lo conosciamo soltanto in una forma conscia, dopo che si è trasformato o tradotto in qualcosa di conscio.
La psiche inconscia ha questo di caratteristico: che basta a sé stessa e non conosce rispetti umani. Ciò che è caduto una volta nell'inconscio vi viene trattenuto, ne soffra o non ne soffra la coscienza.
Le emozioni umane nascono dalle stesse acque abissali, anche se in superficie si manifestano a volte con cavalloni selvaggi, a volte con lievi increspature.
Alla resa dei conti il fattore decisivo è sempre la coscienza, che è capace di intendere le manifestazioni inconsce e di prendere posizione di fronte ad esse.
L'analisi, rendendo cosciente l'inconscio personale, rivela all'individuo cose che egli di regola già conosceva negli altri, ma non in sé stesso.
L'inconscio è un elemento molto importante dell'arte moderna e penso che le pulsioni dell'inconscio abbiano grande significato per chi guarda un quadro.
Chiunque avanzi sul cammino dall'autorealizzazione deve inevitabilmente riportare alla coscienza i contenuti del suo inconscio personale, allargando in tal modo in grande misura il campo della sua personalità.
Non credo che i nostri successi terapeutici possano competere con quelli di Lourdes; le persone che credono ai miracoli della Santa Vergine sono molto più numerose di quelle che credono all'esistenza dell'inconscio.
Quello che cerco non è né la realtà né l'irrealtà, ma l'inconscio, il mistero dell'istinto nella razza umana.