La religione è la matematica dei poveri di spirito.
L'arte e la matematica sono solo due facce della stessa litografia.
E' l'Ordine a essere una momentanea mancanza del Disordine, in un mondo in cui quest'ultimo cresce in maniera misurabile e inesorabile attraverso l'entropia.
Se la logica e la matematica prendessero il posto della religione e dell'astrologia nelle scuole e in televisione, il mondo diventerebbe gradualmente un luogo più sensato, e la vita più degna di essere vissuta.
Gli scienziati non sono certo contrari alla filosofia, ma sono contrari a certa filosofia: quella che non sa parlar né chiaro né corretto, che non conosce che se stessa, che puzza di truffa intellettuale, e che troppo spesso finisce in Gloria come tutti i salmi.
"Occhio per occhio, dente per dente" è anche una buona ricetta per sfornare un mondo di ciechi e sdentati.
Alleandosi a un potere politico, la religione aumenta il suo potere su alcuni uomini, ma perde la speranza di regnare su tutti.
Se dici la tua sul Vaticano, sulla Chiesa Cattolica, sui Papa, sulla Madonna, su Gesù, sui Santi, non ti succede nulla. Ma se fai lo stesso con l'Islam, col Corano, con Maometto, coi figli di Allah, diventi razzista e xenofobo e blasfemo e compi una discriminazione razziale.
La religione esiste da quando il primo ipocrita ha incontrato il primo imbecille.
Ci sono talora atei di un'asprezza feroce i quali, tutto sommato, si interessano di Dio più di certi credenti frivoli e leggeri.
Fin dall'inizio gli uomini hanno usato il nome di Dio per giustificare l'ingiustificabile.
Per me la religione ebraica, così come tutte la altre religioni, è una incarnazione delle più infantili superstizioni.
Dovunque Dio erige una chiesa, sempre il demonio innalza una cappella; e se vai a vedere, troverai che dal secondo ci sono più fedeli.
La religione è un'illusione che trae la sua forza dalla condiscendenza ai nostri moti pulsionali di desiderio.
Un po' di filosofia porta la mente degli uomini all'ateismo, ma molta filosofia riporta le menti degli uomini verso la religione.
Se si cerca di inserire la religione nel percorso evolutivo dell'umanità, essa non appare come una conquista permanente, ma piuttosto un corrispettivo della nevrosi attraverso cui ogni individuo civilizzato deve passare nel suo itinerario dall'infanzia alla maturità.