La nonviolenza non va confusa con la non-resistenza.
La libertà è l'aria della religione.
Non è un mestiere facile far l'uomo libero e il cattolico fedele.
La redenzione non ha né surrogati né mezze vie.
È finito il tempo di fare da spettatore sotto il pretesto che si è onesti cristiani. Troppi ancora hanno le mani pulite perché non hanno mai fatto niente. Un cristiano che non accetta il rischio di perdersi per mantenersi fedele a un impegno di salvezza, non è degno d'impegnarsi col Cristo.
È pagano nell'anima chi accetta l'ingiustizia e l'oppressione col segreto proposito di riuscire a mettersi tra i privilegiati e gli oppressori.
Non ho nulla di nuovo da insegnare al mondo. La verità e la non-violenza sono antiche come le montagne.
Sforzarsi di sostituire sempre più nel mondo la non-violenza efficace alla violenza.
Vi vorrei pregare, con tutto il cuore, di avere il coraggio di una scelta radicale di non violenza. Questo sistema è violento per natura. Noi dobbiamo costruire un sistema non violento, una civiltà della tenerezza.
La non-violenza è la risposta ai cruciali problemi politici e morali del nostro tempo; la necessità per l'uomo di aver la meglio sull'oppressione e la violenza senza ricorrere all'oppressione e alla violenza.
La nonviolenza è al polo opposto della scaltrezza: è un atto di fiducia dell'uomo e di fede in Dio, è una testimonianza resa alla verità fino alla conversione del nemico.
La vera ahimsa dovrebbe significare libertà assoluta dalla cattiva volontà, dall'ira, dall'odio, e un sovrabbondante amore per tutto.
La non violenza è tutte le offerte; la rinuncia è l'onorario sacerdotale.
La non-violenza nella mia concezione significa combattere contro la malvagità in modo più attivo e più reale che con la rappresaglia, la cui vera natura è di aumentare la malvagità.
La non-violenza non prende il potere, non lo desidera neanche. È il potere che va verso di lei.