Ogni ragionamento che facciamo sull'amore lo allontana, lo disintegra, lo annienta.
— Raffaele Morelli
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La nostra interpretazione
L’amore, quando viene messo sotto la lente dell’analisi razionale, perde la sua forza più autentica. Nel momento in cui si cerca di definirlo, spiegargli un senso preciso, incasellarlo in regole e ragionamenti, qualcosa della sua natura intima si spegne. L’esperienza amorosa è legata a dimensioni che sfuggono al controllo della mente calcolatrice: intuizione, spontaneità, abbandono, mistero. Quando si prova a farlo rientrare in schemi logici, a giustificarlo o a valutarlo secondo criteri di convenienza, sicurezza o garanzia, non si fa che privarlo della sua energia vitale. Si finisce per trasformare un sentire vivo in un concetto astratto. L’amore vive nel gesto gratuito, nella presenza totale, nell’accettazione dell’altro senza condizioni. Pretendere di capirlo fino in fondo significa, paradossalmente, allontanarsene. La mente che vuole controllare, prevedere e proteggersi teme ciò che non domina; così, per difendersi dall’incertezza, smonta l’amore pezzo per pezzo, fino a dissolverlo. Solo quando si rinuncia a possederlo con la ragione è possibile abitarlo davvero, lasciandolo essere ciò che è: una forza che non si lascia ridurre a spiegazione, ma soltanto vivere.
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