Gli immigrati sono parte del nostro futuro.— Romano Prodi
Gli immigrati sono parte del nostro futuro.
Io sono pessimista per poter essere ottimista. Il passaggio dal pessimismo all'ottimismo si ha solo attraverso un'azione politica forte e coraggiosa.
I tempi sono cambiati: il prossimo presidente della Repubblica finirà per dover condensare il suo messaggio [di fine anno alla Nazione] in un tweet.
Noi non ci riempiamo la bocca parlando della gente. Noi abbiamo la serietà e la consapevolezza di essere gente tra la gente.
Il nostro più elementare legame è che tutti noi abitiamo questo piccolo pianeta. Respiriamo la stessa aria. Ci preoccupiamo per il futuro dei nostri figli. E siamo tutti mortali.
L'avvenire è un paradiso da dove, esattamente come dall'altro, nessuno è ancora mai ritornato.
Cosa ci riserverà il futuro? Un altro passato.
Non guardare al passato con rabbia o al futuro con ansia, ma guardati intorno con attenzione.
I cittadini si trovano nel cuore della crisi quando il passato non rischiarando più l'avvenire, fa marciare lo spirito nelle tenebre.
Lo stupido parla del passato, il saggio del presente, il folle del futuro.
Il lavoro del singolo rimane ancora la scintilla che muove l'umanità verso il futuro, anche più del lavoro di squadra.
Il futuro non è scritto. L'unico destino è quello che ci creiamo con le nostre mani.
Non si può essere reazionari perché non c'è dove tornare; non si può essere progressisti, perché non c'è dove andare.
Una delle scuole di Tlön nega perfino il tempo: argomenta che il presente è indefinito, che il futuro non ha realtà che come speranza presente.