Quella specie di coraggio ridicolo che si chiama rassegnazione.— Stendhal
Quella specie di coraggio ridicolo che si chiama rassegnazione.
Soprattutto non bisogna formulare obiezioni mediante i vari pezzi della propria ignoranza.
Niente i mediocri odiano più della superiorità dell'ingegno: questa ai giorni nostri è la vera sorgente dell'odio.
Niente è interessante quanto la passione, perché tutto lì è imprevisto, e colui che agisce è anche quello che subisce. Niente è piatto quanto l'amore-gusto dove tutto è calcolo come in tutti gli affari prosaici della vita.
La vista di tutto ciò che è estremamente bello, in arte o in natura, richiama con la rapidità del fulmine il ricordo di chi si ama.
L'abitudine alla musica e alla fantasticheria che essa suscita predispone all'amore. Un'aria tenera e triste, purché non sia troppo drammatica, e l'immaginazione non sia obbligata a raffigurarsi l'azione, eccitando puramente al sogno d'amore, è deliziosa per le anime tenere e infelici.
Solo i principi valgono la pena di una lotta e d'una sconfitta; per tutto il resto si può essere arrendevoli.
Nell'amore come nell'attività creativa, la rinuncia è meglio di una cattiva realizzazione.
Rifiuto di rinunciare a me stesso e rassegnarmi. Un uomo rassegnato è un uomo morto prima di morire, ed io non voglio essere morto prima di morire. Non voglio morire da morto! Voglio morire da vivo!
Curioso come a questo mondo vi sia poca gente che si rassegni a perdite piccole; sono le grandi che inducono immediatamente alla rassegnazione.
La capacità di dimenticare nasce da debolezza e invece la capacità di rassegnarsi nasce da una forza che può essere ascritta tra le virtù.
Il distacco e la rassegnazione possono essere tutt'al più il fine della consapevolezza, non il mezzo per evitarla.
Noi tutti siamo rassegnati alla morte: è alla vita che non siamo rassegnati.
Ciò che dà alla tragedia il suo particolare slancio verso l'alto è il sorgere della convinzione che il mondo, che la vita non ci possano dare nessuna vera soddisfazione, e che perciò non meritino il nostro attaccamento: in ciò consiste lo spirito tragico, il quale conduce alla rassegnazione.
La rassegnazione è la posizione più comoda di un infermo che si è rigirato a lungo tra i tormenti per poterla trovare, e così ha finito per stancarsi e, con la stanchezza, ha trovato anche la posizione.