Se il corpo è debole, la mente non sarà forte.— Thomas Jefferson
Se il corpo è debole, la mente non sarà forte.
Ma l'amicizia è preziosa, non solo nell'ombra ma anche nel pieno splendore della vita; e grazie ad una benevola disposizione delle cose, la maggior parte della vita è pieno splendore.
Credo che abbiamo più meccanismi di governo di quanto sia necessario, troppi parassiti che vivono sul lavoro delle persone operose.
L'albero della libertà dev'essere rinfrescato di tanto in tanto con il sangue di patrioti e di tiranni. È il suo fertilizzante naturale.
Una linea geografica coincidente con un principio morale e politico determinato, una volta concepita e conservata a prezzo di passioni esacerbate, non potrà mai venir cancellata. Qualsiasi nuova irritazione non farebbe altro che approfondirla.
In materia di stile, segui la corrente; in materia di principio, rimani saldo come una roccia.
Una comunità è democratica solo quando le persone più umili e più deboli possono godere dei più alti diritti civili, economici e sociali che i più grandi e i più potenti possiedono.
A volte è stranamente sedativo conoscere l'estensione della tua stessa impotenza.
La paura dei fallimento o del successo è unica è sempre uguale. Entrambi sono la paura di esporre. Non la nostra forza, ma la nostra debolezza.
Se qualche volta cado per mia debolezza, il vostro sguardo divino purifichi subito la mia anima consumando tutte le mie imperfezioni, come il fuoco che trasforma ogni cosa in se stesso.
Il perdono per me, come per gli altri maschi americani, è difficile, è un segno di debolezza.
Conoscere i libri è una forza, conoscerli più della vita una debolezza.
Non si è degni di avere ciò che ci si lascia prendere per debolezza; non se ne è degni perché non se ne è capaci.
Il mondo è come un contadino ubriaco; non si fa in tempo ad aiutarlo a montare in sella da una parte che subito cade dall'altra.
Almeno all'inizio, scoprirmi superiore a lui in qualcosa, me lo fece apparire fragilissimo, e soprattutto, per la prima volta, mi diede il senso della mia fragilità: non c'era piú nessuno a ripararmi, anzi, adesso ero io a dovermi prendere cura di qualcuno.
Ho incontrato la contorta schiavitù, che fa muovere per paura la lingua dei deboli, spingendoli a dire cose che non sentono, cosicché essi fingono di meditare sulla loro condizione mentre, in realtà, sono soltanto sacchi vuoti che persino un bambino può ripiegare o appendere.